Guida alla schiavitù a Vidennsel



1 Introduzione
La seguente pagina tratta LA NORMA. E' possibile giocarsi cose estremamente diverse, ma nella realtà narrativa Vidennsel è una città piena di abitanti, png che animano le strade ed i negozi e che seguono la norma. Questo crea abitudini, consuetudini e leggi che vengono intese come "la normalità". Ogni cosa che esuli da questa normalità può essere giocata, ma deve essere considerata a tutti gli effetti come una "eccezione" agli occhi della quotidianità.
Queste "eccezioni" per quanto libere di essere giocate potrebbero non passare inosservate e venire interpretate in maniera diversa in base alla mentalità di chi le osserva e al luogo in cui avvengono, per cui si vuole ricordare come determinati comportamenti potrebbero non essere privi di conseguenze.

NOTA: Ogni volta che si parla di "Libero" senza specifiche, si intende un pg libero di qualunque cittadinanza e razza.


2 PNG
Vidennsel è una città viva e brulicanto di individui, tutti png mossi dai master o esistenti di background. Le vie del Quartiere delle Luci sono gremite di gente, il Mercato è affollato, il Ghetto ha gente che dorme in strada e nei locali ci sono clienti e camerieri. Sempre.

I personaggi giocanti costituiscono una minima parte di questo mondo attivo e devono essere consapevoli che attorno a loro vi è una maggioranza significativa di persone che pensa ed agisce secondo il sentire e pensare comune.

Se ci sono tre pg schiavi giocanti, non significa che non esistono schiavi in tutta la città: significa solo che ce ne sono tre giocanti e tremila png.

Alla luce di questo, ciò che viene giocato può essere estremamente diverso da ciò che accade di solito, perché ciò che viene giocato appartiene ad una minoranza limitatissima. Usando l'esempio sopra: per tre pg che cercando di scappare uccidendo i padroni, ci sono tremila png che servono fedelmente.

I giocatori devono avere ben chiaro questo concetto: ciò che viene giocato può essere eccezionale, ma non si deve perdere di vista che è l'eccezionalità. Se tutti e tre gli unici pg schiavi giocanti tentano la fuga, non è che "tutti gli schiavi di Vidennsel fuggono" o che "tutti gli schiavi di Vidensel sono irrequieti", ma è solo la storia eccezionale di quei tre schiavi giocanti in un mondo pieno di png che vivono vite diverse.

Questa guida serve ad inquadrare il comportamento standard degli schiavi e dei padroni: nulla toglie che tutti gli schiavi ed i padroni pg vogliano giocare cose diverse, ma renderà chiaro ai giocatori la differenza tra la norma e quanto effettivamente giocato


3 Tipi di schiavo
Chi sceglie di essere "Schiavo" all'iscrizione, viene inserito nella gilda degli schiavisti. Questi schiavi hanno il simbolo della gilda, accedono alla bacheca ed alla chat di gilda ed a livello ON GAME sono schiavi in addestramento ed in vendita che soggiornano al mercato degli schiavi e che prendono ordini (e punizioni) dagli schiavisti.
Chi non sceglie di essere "schiavo" all'iscrizione, ma poi lo sceglie come lavoro libero si considera uno schiavo di proprietà di un png o di uno schiavista png, che non appartiene al mercato degli schiavi come gilda. Oppure può essere lo schiavo di un pg in base ad accordi off game tra i giocatori, ma la cosa deve essere comunicata allo staff e resa effettiva dall'autorizzazione di un master.
Gli schiavi venduti dalla gilda degli schiavisti (oppure che avevano scelto il lavoro libero di "schiavo" e poi sono entrati in una gilda, perdendo il simbolino) non sono facilmente riconoscibili off game, ma ON GAME hanno ancora collari o marchi che li identifichino come tali, quindi sono comunque e sempre schiavi, salvo che, all'atto di acquisto, il nuovo padrone non disponga di voler concedere la immediata libertà allo schiavo acquistato.


4 Status
Uno schiavo spesso è disconosciuto come essere vivente e considerato alla stregua di un oggetto. Per questo motivo, di base, lo schiavo non ha alcun diritto, neppure quello di avere un nome (voi date un nome alla vostra penna? E' utilissima, senza di lei non scrivereste, ma le date un nome di battesimo?).

Per questo motivo la parola di uno schiavo non vale nulla, la sua firma non ha valore. Una sua testimonianza non è ammissibile, non può denunciare alle guardie cittadine alcun reato, non può garantire per qualcuno (neppure per un altro schiavo) e non può chiedere beni o servizi. Ma esistono due eccezioni a questa regola: Se il primo caso è semplice e lampante, il secondo è più articolato. Uno Schiavo può avere ad esempio credito presso il suo padrone, che si fida di ciò che gli viene riportato, ma può averne anche presso altri liberi. Si pensi ad un membro della guardia cittadina che venga informato di un reato da una schiava che lavora al mercato e che lui conosce da tempo e sa essere affidabile. Ovviamente non esiste evidenza, né ufficialità in questo, ma nulla vieta ad un Libero di agire in base a quanto riportato da uno schiavo, magari indagando, anche se in via ufficiale questa testimonianza non vale nulla, così come non varrebbe nulla un acquisto effettuato da uno schiavo, ma nulla vieta ad un mercante di prendere i suoi soldi e consegnargli il bene.

Stiano però attenti gli schiavi a fidarsi dei liberi! Un mercante potrebbe vendere una borsa a 20 scaglie e dopo averle incassate dichiarare di essere stato derubato dalla borsa dallo schiavo e dato che la parola di uno schiavo non ha valore... il mercante avrebbe ragione!


5 Il collare
5.1 Senso
Uno schiavo è identificato dal Collare che porta.

Il Collare è chiuso da una serratura e la chiave è in possesso del padrone e di lui soltanto.

Gli Schiavi devono portare il collare per due motivi: Il Collare è un segno di proprietà, ma anche una difesa chiara per lo Schiavo: nessuno può dichiarare di non aver compreso di aver a che fare con un bene del tal padrone, dato che è espressamente scritto sul collare. Quindi ogni lesione o "danneggiamento" dello schiavo è deliberatamente una lesione o danneggiamento di un bene altrui, con tutte le conseguenze on game del caso.

A tutti gli effetti il collare è un Documento di Indentità ed un Attestato di Proprietà per lo schiavo e come tale deve essere trattato, nel bene e nel male.

Uno schiavo che giri senza collare si espone al rischio di essere accusato di aver tentato di spacciarsi per libero (può anche dichiarare di essersi presentato, ma è la parola di uno schiavo contro quella di un libero!), inoltre il padrone si espone al rischio di non poter chiedere indennizzi in caso di danneggiamento della sua proprietà (lo schiavo può anche dichiarare di aver detto di essere di sua proprietà, ma il libero può dichiarare che non lo abbia fatto o di non aver creduto alla parola di uno schiavo): il fatto che esista un chiaro documento di identità (il collare) e che non venga utilizzato espone di fatto lo schiavo ed il padrone ai rischi del non essere tutelati. I maggiori rischi sono comunque dello schiavo, che può essere accusato letteralmente di ogni cosa girando senza "documento" che possa attestare le basi: sono schiavo ed appartengo ad un preciso padrone. Uno schiavo senza collare potrebbe addirittura essere rapito e "collarizzato" da un altro libero, senza che sia chiaro che è già proprietà altrui.

Per questo motivo gli schiavi tendono a non nascondere il collare, ma a mostrarlo come scudo e difesa: appartengono a qualcuno, qualcuno vorrà denaro se viene danneggiato questo bene.

Questo non pone gli schiavi certo a sentirsi intoccabili, ma tende a farli sentire sicuri. Per questo uno schiavo senza collare, per quanto possa esistere senza violare ogni legge, è una anomalia sia agli occhi degli schiavi che dei liberi: è uno schiavo lasciato indifeso, completamente, alla mercé delle accuse del primo libero di passaggio...


5.2 Oggetto
Il collare è il segno distintivo della schiavitù. Può avere innumerevoli forme e colori, può essere addirittura un gioiello, ma è contraddistinto da due dettagli:
  1. Vi sono incisi nome dello schiavo e del Padrone
  2. E' sigillato da un lucchetto o serratura
La chiave viene conservata dal Padrone. Senza chiave, il collare può essere tolto con una Prova di Scassinare serrature, CD 30. I collari degli Schiavi di CASATO e degli schiavi del Mercato degli schiavi, a prova fallita provocano un intenso dolore debilitante per 2d4 round (perdita iniziale di 1d6 PF; -3 a tutti i TxC; -4 alla CA). Questo effetto NON si applica ai collari degli schiavi che appartengono a pg o png che non siano nobili, ma SOLO a quelli di membri di Casati o della gilda degli Schiavi.

SOLO gli Schiavi dei CASATI (non quelli di non nobili e neppure quelli del mercato degli schiavi) impedisce allo stesso tempo di divulgare tutto quello che viene visto o sentito all'interno del casato. Il collare provoca un effetto analogo all'incanto "Sigillo di giustizia" imponendo allo schiavo di non rivelare nulla di quanto visto e udito all'interno del casato; qualora lo schiavo cercasse di rivelare informazioni riguardanti il casato il collare lo renderebbe confuso e i ricordi riguardanti il casato diventerebbero vaghi.

Nota: il padrone che tolga il collare allo schiavo si assume tutti i rischi dovuti alla sua eventuale fuga!


6 Diritto di parola
Nelle città drow, gli schiavi non hanno diritto di aprire bocca se non interrogati. Uno schiavo che apra bocca di propria iniziativa può essere severamente punito. A Vidennsel le cose sono diverse: In nessun altro caso può parlare di sua iniziativa. Se chiede il permesso e gli viene negato... deve stare zitto.

Ovviamente fino a qui parlavamo di Schiavi che parlano con Liberi. Gli Schiavi tra loro possono parlare liberamente, senza alcun vincolo gerarchico: lo schiavo di un umano parla con lo schiavo di una Obok Yathrin senza dover chiedere permessi ma sarà il caso porti rispetto!

Una piccola nota è necessaria ai fini interpretativi della presenza di umani liberi ed altre razze non drow libere nel sottosuolo: per i Drow tutti i non drow sono razze inferiori, schiavi senza collare e poco più.

Un Libero che sia visto intrattenersi in chiacchiere affabili con uno schiavo, agli occhi di chi passa sarà additato come "schiavo mancato" e questo non farà assolutamente bene alla sua reputazione. Quindi è bene fare attenzione alla presenza di testimoni ed al proprio atteggiamento quando da liberi ci si relaziona agli schiavi. Al solito: questo non significa "non date confidenza agli schiavi", ma solo "non fatelo in pubblico o fatelo con discrezione".


7 Sguardo
Gli schiavi non possono guardare negli occhi i Liberi. Questo è un dictact assoluto e violarlo comporta punizioni, anche da parte di chi passasse e vedesse uno Schiavo guardare negli occhi un Libero senza conoscere né l'uno né l'altro.

Tolto questo punto, lo sguardo può però sollevarsi dal terreno fino al volto dell'interlocutore in base al suo prestigio: più è elevato lo status del Libero, più basso sarà lo sguardo dello Schiavo.

Uno Schiavo che parli con una Yathrin non solleverà gli occhi da terra e terrà il capo chinato. Uno Schiavo che parli con un umano libero potrebbe arrivare a fissargli le labbra od il naso senz aproblemi di etichetta.

La valutazione di quanto potersi spingere sta allo schiavo, ma quello che è noto a tutti è che quello dell'altezza dello sguardo è un vero e proprio linguaggio corporeo che contiene il grado di rispetto che lo schiavo porta all'interlocutore.


8 Gerarchia
Uno Schiavo è sempre in fondo alla catena gerarchica di Vidennsel, ma tra schiavo e schiavo c'è grande differenza: più è prestigioso il padrone, più è prestigioso lo schiavo.

Lo schiavo di una Yathrin dovrà quindi ricevere rispetto da parte dello schiavo di un nika, ad esempio. Questo non significa che lo schiavo di una Yathrin abbia poteri da Yathrin, ma solo che TRA SCHIAVI ha un prestigio maggiore. Gli Schiavi del Mercato degli Schiavi (invenduti, quindi) sono quindi lo scalino più basso anche della gerarchia degli schiavi.

In ogni caso, i rapporti tra schiavi non vanno mai visti come idilliache relazioni tra gente legata allo stesso triste destino: gli schiavi possono essere invidiosi e competitivi tra loro, per guadagnarsi maggiori attenzioni da parte dei padroni e maggior prestigio ai loro occhi. Ovviamente non esiste una "norma", ma di base considerate sempre la possibilità che gli schiavi png in giro ad esempio per il mercato degli schiavi possano essere pronti in qualsiasi momento a picchiarvi per rubarvi un tozzo di pane o togliersi di mezzo la concorrenza...

Esistono due tipi di gerarchie internamente allo status di "schiavo".

Una è "invisibile", ed è interna al serraglio di schiavi dello stesso padrone. Tra i suoi vari servi, un padrone ha spesso preferenze e questa gerarchia non scritta viene intesa e seguita da tutti gli schiavi e gli appartenenti alla casa del padrone intuendola in maniera piuttosto chiara dai compiti e dei benefici concessi ad uno schiavo piuttosto che un altro. Spesso questa gerarchia è fatta di invidie, dissapori, conflitti interni e vero e proprio "spionaggio" tra schiavi per meritarsi i favori del padrone a discapito di altri, se necessario. Ovviamente, come per tutti i dati diq uesta pagina, questa è la normalità ma non la regola assoluta: nulla vieta che degli schiavi dello stesso padrone collaborino tra loro e che il padrone non abbia ad esempio alcuna preferenza.

La seconda gerarchia, ben più visibile e variegata, riguarda le relazioni tra schiavi di padroni diversi. In maniera estremamente semplice, più è prestigioso un padrone, più il suo schiavo è gerarchicamente superiore ad un altro schiavo.

Lo schiavo di una Yathrin sarà superiore allo schiavo di un Nika, quello di una femmina a quello di un maschio e così, via, seguendo la gerarchia drowish. Questo però può portare a sfumature di prestigio che portano ad interpretazioni molto sfumate: si pensi ad uno schiavo maschio di un rivvil estremamente ricco, lo schiavo stesso con concessioni di equipaggiamenti costosi e magari con un lavoro in una gilda per conto del padrone... che incontra uno schiavo quasi nudo, servo di una Yathrin comandato per punizione a camminare in ceppi... Sulla carta il più alto gerarchicamente è il secondo, ma ovviamente entrambi potranno giocare ed interpretare come vogliono!


9 Ordini
Gli schiavi DEVONO eseguire gli ordini. Uno schiavo che contesti un ordine, lo rifiuti o non lo compia verrà punito dal padrone. Avere un pg schiavo significa accettare di dover affrontare un gioco estremamente complicato: non sempre gli ordini sono facili da eseguire, non sempre sono ordini adatti alla psicologia del personaggio... e la cosa va gestita ON GAME.

Quando si parla di "Ordini" si parla di disposizioni date da ogni Libero, anche se vi sono limitazioni dovute al fatto che gli schiavi non sono proprietà pubblica, ma privata.

Quando un Libero che non sia il padrone dà un ordine ad uno schiavo, lo fa esclusivamente in maniera contestuale. Un Libero non può scrivere una missiva per dire ad uno schiavo di andare da lui o di fare qualcosa per lui, ma una volta incontrato uno schiavo per strada potrà dargli ordine di andare al negozio di fronte a prendergli un caffé.

Uno Schiavo ha però una linea di priorità negli ordini da eseguire: gli ordini ricevuti dal padrone sono prioritari su ogni altra cosa. Questo significa che se un libero e persino una Yathrin danno un ordine al pg schiavo, il pg schiavo può rispondere che deve prima eseguire gli ordini ricevuti dal padrone per sottrarsi all'incarico. Sempre che questo sia vero, ovviamente!

Nota: Ovviamente i pg schiavi sono liberissimi si contestare ordini, rifiutarli, non eseguirli o tralasciarli, anche quelli del padrone... ma poi ovviamente ne assumeranno le conseguenze on game.

Esempio1: Serse ha ordine di lavorare come guardia al Grasso Lucertolone. G'tarmak, che non è il suo padrone, gli ordina di accompagnarlo al tavolo in un momento di quiete in locanda. NELLA NORMA

Esempio2: Serse ha ordine di lavorare come guardia al Grasso Lucertolone. G'tarmak, che non è il suo padrone, gli ordina di non intervenire durante una rissa e Serse obbedisce. NON NELLA NORMA (Serse deve seguire prima l'ordine del padrone)

Esempio3: Serse ha ordine di lavorare come guardia al Grasso Lucertolone. G'tarmak, che non è il suo padrone, gli ordina di accompagnarlo al tavolo durante una rissa e Serse non obbedisce per sedare la rissa. NELLA NORMA

Solita nota su "NON NELLA NORMA": è ovviamente giocabilissima come cosa, ma se diventasse nota al padrone, Serse verrebbe punito. In tutti gli altri casi Serse è inattaccabile, sempre se ovviamente la cosa è dimostrabile da liberi.

E' possibile per i Padroni che vogliano tutelare i loro schiavi fornirli di pergamene firmate e sigillate che contengano gli ordini ad essi affidati. Queste pergamene possono essere mostrate dagli schiavi alle guardie od ai liberi in caso vengano contestate le loro azioni. Nell'Esempio3, se G'tarmak non conosce gli ordini di Serse (fare la guardia) può pensare che abbia ignorato il suo ordine. Quindi può arrabbiarsi e Serse rispondere consegnandogli la pergamena con scritto l'ordine davanti a testimoni, dato che a quel punto non è lo schiavo a difendersi ma il padrone attraverso la carta scritta. Quindi in quel caso è il padrone a venire giudicato: se nella pergamena ci fosse scritto un ordine illegale, sarebbe il padrone ad essere accusato. Per questo motivo spesso i padroni non scrivono tutti gli ordini dati agli schiavi, ma solo il minimo indispensabile per tutelare i propri interessi.


10 Schiavi e lavori
Gli schiavi possono essere utilizzati per i compiti più disparati; dai lavori di più umile e semplice manovalanza fino a lavori di maggiore responsabilità in base alle competenze dello schiavo stesso e alle scelte del padrone. E' da ricordare come nel momento in cui uno shciavo stia lavorando si presuppone che questo stia eseguendo degli ordini del padrone (vedi capitolo ordini) e che quindi in quel momento stia agendo per conto del padrone o della gilda di appartenenza.

C'è da ricordare come sebbene uno schiavo possa ricoprire un incarico di magior prestigio rispetto ad un libero cittadino, questa ocndizione non annulla lo status sociale dello schiavo dandogli la possibilità di dare ordini come vuole al libero cittadino al di fuori dei compiti assegnati ad entrambi dal padrone.

Situaizone: Lo schiavo Shaka e il libero cittadino Nebres lavorano entrambi sotto lo stesso padrone proprietario di una fucina vidennsel. Shaka per le sue qualità è adibito ad una mansione in scala gerarchica più alta all'interno della struttura di cariche della fucina (responsabile del negozio in assenza del padrone) rispetto a Nebres (semplice fabbro).
Questa situaizone che può comportare che Shaka dia istruzioni a Nebres su cosa fare all'interno delle mansioni che questo da contratto debba svolgere. in questo caso shaka non sta dando ordini a Nebres in quanto la differenza di status non è annullata dalle rispettive cariche, sta solo eseguendo gli ordini del padrone.

Esempio 1: Shaka da a Nebres il compito di forgiare una spada come ordinato d aun cliente (attività prevista dal contratto di Nebres). In questo caso Shaka esegue i propri compiti
Esempio 2: Shaka ordina a nebres di andare a fare la spesa al mercato (attività non tra i compiti del contratto di Nebres). In questo caso Shaka sta andando oltre i compiti richiesti.

Situaizoni come questa possono essere decisamente particolari e dar eorigini a relazioni decisamente complesse fuori e dentrol'ambito lavorativo:

Esempio: Nebres finito il lavoro incontra al mercato shaka intento a fare delle compere per conto dle suo padrone. In quel momento non esiste più il legame lavorativo tr ai due, ma solo la gerarchia dovuta al loro status sociale.


11 Gilda degli schiavisti
Gli Schiavisti hanno potere di vita e di morte sugli schiavi DELLA GILDA. Non sono i padroni degli schiavi venduti o che non sono "passati" dal Sanguedotto, ma restano i custodi dell'educazione degli schiavi, quindi non possono dare loro ordini (o meglio, se gliene danno restano ordini dati da un libero di passaggio, senza maggior valore, vedasi "GLI ORDINI") ma possono infliggere loro punizioni quando sbagliano o portarli in catene al mercato degli schiavi quando commettono atti gravi. Quindi tutti gli schiavi li temono come "punitori" più che come padroni.

Gli schiavisti sono a tutti gli effetti la guarda cittadina per i reati commessi dagli schiavi. Uno schiavo in attesa di giudizio viene portato al sanguedotto, uno schiavo ignoto viene portato al sanguedotto, una punizione ad uno schiavo viene inflitta dal sanguedotto.


12 Spostamenti
In molte città del sottosuolo è inpensabile che uno schiavo giri da solo. I servi non escono dalle mura dei casati, dai negozi dei padroni, dalle case dei proprietari. Questo per due semplici motivi: Vidennsel è però da ambientazione una città molto particolare, commerciale, più integrata con razze esterne. Questo fa sì che dentro la città non sia trovato assolutamente strano trovare uno schiavo che svolge commissioni per il padrone girando da solo per le vie, addirittura compiendo acquisti o svolgendo lavori fuori dalle proprietà del proprietario.

E' comunque un dato di fatto che i pg e png provenienti da fuori Vidennsel possano trovarlo strano ed anomalo, sebbene basteranno pochi giorni in città per abituarsi a questa peculiarità.

Resta però ben chiaro che gli schiavi non gironzolino, neppure a Vidennsel. Se escono dalle mura del padrone lo fanno sempre e solo per specifici incarichi, fosse anche solo "vatti a comprare dei vestiti". Il Padrone di base sa sempre dove si trova il suo schiavo: lo schiavo non sceglie dove andare, ma va dove viene mandato. Ogni digressione da questa linea di condotta costituisce una anomalia: un padrone che non sappia dove è lo schiavo od uno schiavo che non vada dove inviato sono situazioni giocabili ma che non costituiscono la norma neppure nella città di Vidennsel.

Esempio1: La schiavo Serse viene mandato a comprarsi una spada. Può giocarsi di andare nel negozio che vuole, scegliersela e pagarla con i soldi datigli dal padrone, magari guardando due o tre botteghe, fermandosi a chiacchierare con altri pg e girando tutto il giorno per il mercato per decidere quale acquistare. NELLA NORMA

Esempio2: Lo schiavo Serse incontra il libero Dirri'tuz al mercato e gli dice di essere uscito a fare un giro per comprarsi una spada mentre aspetta che il padrone rientri da un viaggio in superficie. NON NELLA NORMA

Esempio3: Dirri'tuz racconta a G'tarmak che non vede il proprio schiavo da giorni e non ha idea di cosa stia facendo al momento. NON NELLA NORMA

Esempio4: Dirri'tuz racconta a G'tarmak di aver mandato il proprio schiavo al mercato per commissioni varie e che non sa dove si trovi al momento, né quante ne abbia già fatte, ma che di sicuro è da qualche parte al mercato. NELLA NORMA (a Vidennsel, ovviamente, se i pg si trovano in trasferta in un'altra città del sottosuolo no!)

Nota fondamentale: quando negli esempi si dice "NELLA NORMA" e "NON NELLA NORMA", è ovviamente relativo alla NORMA. Nulla vieta a Serse di dice che sta gironzolando né di gironzolare se il padrone glielo consente, ma sia chiaro che questa verrà vista come una anomalia da chiunque lo ascolti. Quindi nell'Esempio2 sarà coerente che Dirri'tuz possa credere che lo schiavo stia mentendo per comprire un tentativo di fuga, per fare un caso, oppure nell'Esempio3 G'tarmak potrebbe ridere chedendo che Dirri'tuz abbia fatto una battuta sarcastica.

Uno schiavo al seguito del proprio padrone non ha alcun limite di spostamento: può effettuare viaggi anche extraplanari se il padrone lo porta con sé, entrare in ogni negozio e nei locali più raffinati anche se è vestito di stracci, finché è al seguito del suo padrone.

Lasciare Vidennsel, per uno schiavo da solo, è invece strettamente regolamentato: per poter oltrepassare il portale, lo Schiavo deve avere l'autorizzazione scritta del padrone che lo autorizza a lasciare la città.

Ogni tentativo di passare il portale camuffato o togliendosi il collare dovrà essere autorizzato da un Master, perché avalli che le guardie al portale non si siano accorte del camuffamento e che il collare sia stato tolto (vedi sotto).


13 Proprietà
Gli schiavi NON hanno beni personali né proprietà private.

Ogni oggetto dell'equipaggiamento dello schiavo deve considerarsi "concesso" dai padroni (o dagli schiavisti) ed allo stesso modo il denaro in possesso del pg deve considerarsi come "concesso" ma sempre di proprietà dei padroni.

Questo significa che se siete schiavi a livello interpretativo tutto ciò che avete non solo non è vostro, ma può esservi portato via dal padrone o richiesto indietro in ogni momento.

Sebbene all'atto pratico questo non venga poi fatto se non in caso di punizioni particolari, ricordatevi con ON GAME gli schiavi sono sempre tenuti a non considerare nulla come proprio ed al tempo stesso ad aver estrema cura degli oggetti: in qualunque momento il padrone potrebbe chiederli indietro e lo schiavo potrebbe essere punito se li avesse rotti o persi.

Lo stipendio del lavoro o della gilda, allo stesso modo, in linea interpretativa viene pagato al PADRONE, non allo schiavo. Poi a livello pratico il denaro resta al pg schiavo che lo usa come vuole, ma narrativamente giocatevi che i soldi degli schiavi vanno sempre e solo ai padroni, o che loro hanno concesso magnanimamente di tenerne un po' al loro servo...


14 Vitto e alloggio
Uno schiavo vive o nella casa del padrone o nella sua bottega. Come un oggetto di proprietà del padrone, viene tenuto dove il padrone tiene le sue cose. Non è strano che nella casa o nella bottega del padrone uno schiavo abbia una stanza tutta sua, persino mobili e magari un baule di vestiti ed oggetti consessi in esclusiva al suo utilizzo. Più "bravo" è uno schiavo, più un padrone tenderà a concedergli spazi o benefici. Uno schiavo appena acquistato e di scarso valore dormirà in un sottoscala, uno schiavo fedele e di provato valore potrebbe avere una camera tutta per sé.

Il limite estremo è addirittura la possibilità che uno schiavo abbia una casa tutta per sé, o che un gruppo di schiavi abbia una abitazione disgiunta da quella del padrone per il proprio alleggio. Questo è un fenomeno non inedito, ma eccezionale. Significa che lo schiavo ha grande valore all'occhio del suo padrone.

Non va confusa questa concessione con la concessione di libertà: lo schiavo a cui viene dato un sottoscala, un letto, una camera od una casa resta uno schiavo che DEVE STARE LI' perché il padrone sappia dov'è e che DA LI' si sposti per compiere gli incarichi affidatigli, indipendentemente da cosa e dove sia il "LI'". Uno schiavo va visto come una macchina od un automobile in questo caso: può avere il garage più bello del mondo, essere parcheggiata in cortile, lasciata in strada alla mercé di chi passa, avere un box con kit di manutenzione... ma quando viene parcheggiata, resta parcheggiata finché il proprietario non torna a prenderla.

Avere una casa significa potersi allontanare dagli occhi del padrone, avere una stanza significa poter avere privacy, ma non significa assolutamente poter andare e venire dall'abitazione o poter disporre della stanza senza ordini del padrone (si rimanda alla voce "GLI SPOSTAMENTI").

Inoltre è chiaro che non potendo gli schiavi avere alcuna proprietà, l'alloggio resta del Padrone. Uno schiavo non ha beni e nessuno vende beni agli schiavi. Nessuno affitta una casa ad uno schiavo, nessuno vende uno specchio ad uno schiavo. Lo schiavo può andare dai mercanti a comprare per conto del padrone beni e servizi, ma i mercanti stanno facendo affari con il padrone e lo schiavo è solo un tramite (si rimanda alla voce "ACQUISTI"). Quindi l'alloggio può mutare secondo la volontà del padrone ed a livello interpretativo è di proprietà del padrone, mai dello schiavo, come tutto l'equipaggiamento dello schiavo stesso.

Il VITTO, di contro, è altresì fornito dal padrone. E' compito del padrone nutrire i propri schiavi, è un suo obbligo dato che se morissero per inedia sarebbe lui a perdere un bene. Quindi gli schiavi di base non devono mai preoccuparsi di comprare cibo, a meno che non sia loro compito farlo per se stessi o per il padrone, ovviamente.


15 Acquisti
Uno schiavo non può acquistare beni per se stesso, né possederne. Un oggetto non può avere oggetti.

E' però possibile che un padrone deleghi un proprio schiavo ad effettuare acquisti ed a gestire compravendite e persino contrattazioni, sebbene questa non sia la norma delle altre città Drow (come già spiegato in "GLI SPOSTAMENTI", Vidennsel è una città particolare). Questo accade per più motivi: In ogni caso l'acquisto effettuato dallo schiavo è a tutti gli effetti effettuato dal Padrone. Che poi il Padrone conceda l'acquisto allo schiavo o meno, non inficia il fatto che ogni cosa comprata da uno schiavo è comprata da e per il Padrone.

La firma di uno schiavo non ha alcun valore su un contratto, ma può averne se associata ad un sigillo del padrone o di una gilda. Il sigillo è un oggetto fisico, un timbro da apporre sulla ceralacca calda, che per essere usato deve essere fisicamente in mano a chi lo usa. Questo significa che dare un sigillo del padrone ad uno schiavo lo autorizza fisicamente a comprare per suo conto, dargli il sigillo di una gilda lo autorizza a fare contratti ed accordi per la gilda, ma il sigillo DEVE essere sempre presente e GIOCATO come tale (una missiva dovrà essere firmata con scritto espressamente che vi è presente il sigillo del padrone o della gilda, ad esempio). E' ovvio che il sigillo può essere stato rubato, ma questo è un problema del padrone o della gilda che non lo ha custodito come dovuto.

Un mercante che si vede arrivare uno schiavo munito di sigillo può vendergli ciò che vuole, vendendolo de facto a chi identificato dal sigillo apposto sotto la firma dello schiavo. Resta quindi tracciato che l'oggetto è stato consegnato allo schiavo, quindi sarà facile per il padrone identificare eventuali usi impropri del sigillo in caso vada a controllare presso la bottega.

ECCEZIONE: La Gilda dei Corrieri accetta SEMPRE incarichi da chiunque paghi, quindi uno schiavo potrà sempre inviare missive "anonime e sicure" attraverso di loro.


16 Famiglia
Uno schiavo non può contrarre legalmente matrimonio, né avere legalmente figli, fratelli, genitori. Uno schiavo, in quanto oggetto, non ha diritto ad avere una famiglia, né ha legami di parentela con alcuno, giacché l'unico legame è con il padrone.

Ciò non toglie che uno schiavo possa avere giustamente vincoli affettivi verso altre persone con cui è o meno legato di sangue, ma questi vincoli non hanno alcun valore. Sulla carta, uno schiavo ha per "fratelli" tutti gli schiavi dello stesso padrone e nient'altro.

Una volta che due fratelli di sangue vengono venduti a due diversi padroni, non sono più fratelli all'occhio di nessuno, né possono chiamarsi tali in pubblico senza rischiare di essere fraintesi. La frase "Lui è mio fratello" viene intesa come "Lui è schiavo del mio stesso padrone" e se ciò non corrisponde a verità lo schiavo può essere accusato di aver mentito.

Non è previsto che gli schiavi possano allo stesso modo aver legami sentimentali di fidanzamento o vita di coppia né con liberi né con altri schiavi, a meno che non sia loro concesso dal padrone intrattenere tali legami. Molto spesso ai padroni conviene che gli schiavi instaurino legami affettivi tra loro per evitare si ammazzino a vicenda in competizione per la benevolenza del signore, ma anche che allaccino rapporti con schiavi di altri padroni per carpire informazioni.

In ogni caso i rapporti affettivi esterni al gruppo "schiavi dello stesso padrone" sono estremamente mal visti: l'affetto può portare creature deboli come gli schiavi a tradire il padrone, ad esempio omettendo un dato o passando del tempo a fare altro rispetto agli ordini ricevuti.

Come già detto in "GLI SPOSTAMENTI" uno schiavo non ha tempo libero, quindi avere una relazione comporta perdere tempo che il padrone non concede (tradendolo) oppure farsene concedere (informandolo e chiedendo quindi la sua approvazione).

Ma uno dei motivi per cui i padroni gestiscono con particolare attenzione i rapporti amorosi degli schiavi è la riproduzione. I figli degli schiavi sono schiavi, sono beni, quindi uno schiavo sessualmente attivo genera ricchezza in forma di schiavi partoriti. Anche per questo molti padroni apprezzano i rapporti tra i propri schiavi. Per lo stesso motivo, ovviamente, impongono loro di accoppiarsi indipendentemente dal legame tra i due. Esistono specifici schiavi "da riproduzione": femmine e maschi prolifici. In alcuni casi si sa di padroni interessati a selezionare gli schiavi migliori per ottenere figli migliori. Un ottimo paragone può essere con il mondo degli allevamenti di cavalli: un padrone può vendere i figli del campione Varenne ad un prezzo alto, tanto quanto un incrocio di razze selezionate può creare figli adatti ai lavori a cui saranno destinati.

In assenza di accordi preventivi, comunemente il possesso dei figli di una schiava (è lei che lo genera!) segue questa gerarchia: Questo significa che i genitori schiavi non hanno facoltà di decidere il futuro del nascituro. Il padrone della schiava è il primo che può disporre del parto (ordinando l'aborto, disponendo che il nascituro verrà allevato alla madre, ordinando che appena nato sia dato al padre e la madre non possa allattarlo, etc). Se lui NON ne disponde in lacun modo, rinunciando al suo diritto, si segue la gerarchia scalando come suddetto. In caso di schiavi i cui padroni non prendano decisioni o di schiave che partoriscano la liberi non intenzionati a gestire la cosa (si pensi ad esempio ad una concubina rimasta incinta di un cliente) è la Gilda dei Mercanti di Schiavi a dover decidere la sorte del nascituro.

Il Sanguedotto può disporre l'aborto, ma anche che la madre tenga il figlio, a giudizio dei giocanti della gilda. In ogni caso però il Sanguedotto DEVE decidere chi sarà il proprietario del figlio giacché sarà il proprietario a dover pagare le spese ed a poterne disporre una volta terminate le disposizioni del sanguedotto.

Esempio: Serse, schiavo di Lidia, ha un figlio da Gaia, schiava di Men'Ulyr. Men'Ulyr decide che lo schiavetto apparterrà a Lidia, ma sarà allevato da Gaia fino allo svezzamento. NELLA NORMA

Esempio: Serse, schiavo di Lidia, ha un figlio da Gaia, schiava di Men'Ulyr. Men'Ulyr non si interessa alla cosa. Lidia dispone che lo schiavetto sarà suo ed appena nato verrà preso e svezzato da una sua schiava. NELLA NORMA

Esempio: Serse, schiavo di Lidia, ha un figlio da Gaia, schiava di Men'Ulyr. Men'Ulyr e Lidia non si interessano alla cosa. il Sanguedotto dispone che lo schiavo sia di Men'Ulyr, ma che fino al primo anno di età ogni sua spesa sia pagata da Lidia. NELLA NORMA

Esempio: Serse, schiavo di Lidia, ha un figlio da Gaia, schiava di Men'Ulyr. Serse si prende lo schiavetto e lo porta a casa di Lidia, che paga per comprargli vestiti e cibo. NON NELLA NORMA (Se Men'Ulyr li scopre, è un furto vero e proprio ai suoi danni!)

Esempio: Fharvan, Libero, ha un figlio da Gaia, schiava di Men'Ulyr. Men'Ulyr decide che Gaia abortisca e Fharvan non può farci nulla. NELLA NORMA

Resta inteso che i figli di femmine Libere sono Liberi e sono cresciuti dalla madre anche se concepiti con schiavi. Il padrone del padre non ha alcun diritto sul figlio di una Libera, anche se concepito contro la volontà del padrone del padre. Ovviamente nulla vieta al padrone di punire il suo schiavo per aver sprecato virilità fecondando una donna libera invece di una sua schiava! XD


17 Diventare schiavo
Come già riportato, Vidennsel è una città diversa da quanto conoscono i Drow. Non esistono razze diverse dai Drow nelle loro città che non siano schiavi. Questo permette a liberi di razze diverse di vivere e lavorare a Vidennsel, ma d'altro canto espone al rischio di essere schiavizzati.

Le regole cittadine prevedono la schiavizzazione nei seguenti casi: Negli ultimi due casi, il neo schiavo diventa proprietà di chi per primo l'ha accusato alla guardia cittadina. A livello off game, in questi due casi la schiavizzazione sostituisce la morte del pg, che sarebbe la pena drowish più adatta a certe colpe: è quindi un modo di agevolare il gioco senza far perdere il personaggio, dando una "seconda possibilità". Se l'offensore è uno schiavo, chi è stato offeso può reclamarlo come indennizzo dal suo proprietario.

Esistono due enti adatti ad accreditare la schiavizzazione: La Guardia Cittadina ed il Mercato degli Schiavi. Uno dei due, alternativamente ed indipendentemente tra loro, può sancire il nuovo status dell'ex libero.

Una nota su "Debiti impagati": si considera debito impagato l'uccisione di uno schiavo. Se lo schiavo Serse della padrona Lidia viene ucciso dal libero Talete, Lidia può pretendere Talete in schiavo in pagamento.

Tutto ciò che non avviene in pubblico (offese in privato) non può essere oggetto di rivendicazioni: l'accusatore dovrà portare testimoni o richiedere alla guardia di cercarne e se ve ne saranno verrà avvalorata la schiavizzazione (si parla di una accusa da libero a libero, anche se di razze diverse). In questo specifico caso, per motivi off game, non è sufficiente la parola di una Yathrin. La Yathrin dovrà produrre come ogni altro almeno un testimone (che può essere anche mendace, basta ci sia!) per poter dichiarare che l'offesa è avvenuta in pubblico.

Come sempre, però, la società drowish propone un'altra strada: il sotterfugio. I Drow (e solo loro) possono schiavizzare i non drow (e solo loro) se mettono loro al collo il proprio collare in assenza di testimoni all'evento. Questo presuppone l'assenza di testimoni (inclusi i png: il fatto di giocare in due alle vie del mercato non significa che non sia pieno di mercanti!); il fatto che il drow abbia un collare (passaggio oggetto da giocarsi on game e da effettuarsi in giocata); una giocata di combattimento tra drow e non drow che termini con la "collarizzazione" (Quindi Tiro Iniziativa e regole del combattimento da quando il Drow inizia il tentativo di schiavizzazione); il fatto che il drow invii al sanguedotto la notifica del cambio di status dell'ex libeo (senza indicare motivazione). In questo caso il drow ha acquisito lo schiavo per merito a meno che un qualunque libero non testimoni alla guardia cittadina od al sanguedotto di aver assistito al fatto. Non il neo schiavo a dover portare testimoni, ma testimoni a doversi presentare o inviare missiva entro e non oltre tre giorni dalla giocata di schiavizzazione. Passato questo lasso di tempo, la testiomianza è nulla anche se presentata e la schiavizzazione è effettiva. Fermo restando che per questi tre giorni il neo schiavo è comunque costretto a servire il neo padrone.

Una volta ratificata ed effettiva la collarizzazione, tutti i beni dello schiavo diventano proprietà del nuovo padrone, a livello interpretativo on game.

Se il drow NON invia la missiva al sanguedotto per indicare che l'ex libero è diventato schiavo, basta la presenza del collare a definirlo tale, MA non è possibile determinare la scadenza dei tre giorni per le testimonianze contrarie, quindi se anche dopo quattro settimane arrivasse una testimonianza che l'ex libero è stato schiavizzato illegalmente verrebbe annullata la collarizzazione.

Esempio: Ronald deve 3000 scaglie a Lidia, ma non può pagare. Lidia contatta il Sanguedotto per informarli del debito e loro mandano un paio di schiavisti a prelevarlo, collarizzarlo e consegnarlo a Lidia. NELLA NORMA

Esempio: Ronald in giocata con Lidia in Vie del Mercato dichiara a voce alta che Lloth è brutta e antipatica. Lidia si accorda con Dirri'tuz e denuncia Serse alla Guardia Cittadina, con Dirri'tuz che invia testimonianza di averlo sentito. La Guardia cittadina va a prelevare Ronald, lo collarizza e lo consegna a Lidia. NELLA NORMA

Esempio: Ronald in giocata con Lidia in Vie del Mercato dichiara a voce alta che Lloth è brutta e antipatica. Lidia fa una giocata di Raccogliere Informazioni e/o Diplomazia per sapere se qualche mercante lo ha sentito e lo testimonia e manda il tiro al Master Pitone. Il Master Pitone invia esito in cui conferma che "ci sono testimoni" e Lidia lo denuncia alla Guardia cittadina dicendo in off che le testimonianze le ha Master Pitone. La Guardia cittadina va a prelevare Ronald, lo collarizza e lo consegna a Lidia. NELLA NORMA

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso uccide Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, scrivendo al Sanguedotto che "Serse ha perso la status di Libero". Dopo tre giorni di silenzio, Serse è sua effettiva proprietà. NELLA NORMA

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso uccide Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, scrivendo al Sanguedotto che "Serse ha perso la status di Libero". Serse scrive alla Guardia cittadina che c'era anche Gaia a Il Sotto. NON NELLA NORMA (Due volte: Serse non ha diritto di scrivere e Gaia è morta)

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso tramortisce Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, scrivendo al Sanguedotto che "Serse ha perso la status di Libero". Gaia si riprende e scrive alla Guardia cittadina il giorno successivo che Serse è stato schiavizzato inpunemente. NELLA NORMA

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso tramortisce Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, scrivendo al Sanguedotto che "Serse ha perso la status di Libero". Gaia si riprende e scrive alla Guardia cittadina dopo due giorni che Serse è stato schiavizzato inpunemente. Nei due giorni, intanto, Dirri'tuz ha usato Serse come sua proprietà, infliggendogli frustate. La Guardia va da Dirri'tuz a "liberare" Serse, ma Serse non può rivalersi per le ferite e le frustate subite. NELLA NORMA

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso tramortisce Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, scrivendo al Sanguedotto che "Serse ha perso la status di Libero". Gaia si riprende e scrive alla Guardia cittadina dopo due giorni che Serse è stato schiavizzato inpunemente. Nei due giorni, intanto, Dirri'tuz ha ordinato a Serse di dargli la sua spada magica e la sta usando per sé. La Guardia va da Dirri'tuz a "liberare" Serse, ma Dirri'tuz non restituisce la spada magica. NON NELLA NORMA (I beni di Serse non erano ancora di Dirri'tuz perché la schiavizzazione non era effettiva)

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso tramortisce Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, scrivendo al Sanguedotto che "Serse ha perso la status di Libero". Gaia si riprende e scrive alla Guardia cittadina dopo sei giorni che Serse è stato schiavizzato inpunemente. Passato troppo tempo, il Sanguedotto ignora la missiva. NELLA NORMA

Esempio: Gaia e Serse sono in giro per Il Sotto. Dirri'tuz arriva, ingaggia scontro e durante lo stesso tramortisce Gaia e rende incoscente Serse. Mette al collo di Serse un collare e lo porta via come schiavo, senza scrivere nulla al sanguedotto. Gaia si riprende e scrive alla Guardia cittadina dopo sei giorni che Serse è stato schiavizzato inpunemente. Il Sanguedotto e la Guardia Cittadina vanno a liberare Serse. NELLA NORMA


18 Padroni e creare gioco
Un pg che intenda prendere (comprandolo o schiavizzandolo) uno schiavo pg deve sempre aver chiaro che la schiavitù è e deve essere una occasione di gioco. Comprare uno schiavo per poi non seguirlo come tale on game è una pratica scorretta nei suoi confronti, tanto quanto lo è quella di chi si fa schiavizzare e poi smette di giocare. E' quindi da sottolineare che a livello rigorosamente off game è bene che sia chiaro che i pg registrati come schiavi o che assumono il mestiere di schiavo accettano implicitamente di giocare la schiavitù; tutti gli altri è bene siano consapevoli dell'eventualità (anche i drow, già, anche loro possono essere collarizzati per cattura, debiti o bestemmie!) e del fatto che la schiavitù è un "gettone" da spendere prima della morte del pg. Se non vogliono giocare lo schiavo, in caso di bestemmia si preparino ad essere arsi vivi o sacrificati sull'altare di Lloth, ad esempio.

Per i Padroni invece il discorso è più complesso: nessuno è obbligato a comprare/schiavizzare qualcuno, ma se lo fa sappia che si sta prendendo on game ed off game responsabilità nei confronti dello schiavo. Deve guidarne il gioco senza bloccarlo, creando vincoli on game che altrettanto on game diano spunti di interpretazione. Deve fare in modo che lo schiavo possa giocare anche senza il padrone presente, dandoli linee guida da seguire per essere coerentemente schiavo ma non impossibilitato a giocare.

Esempio: Dirri'tuz compra Gaia. On game le dà ordine di allenarsi in Arena e di frequentare il Mercato per acquisire informazioni e farsi amica dei negozianti, off game le dice che può stare fuori tutto il giorno, ma ogni sera deve giocarsi di rientrare a casa e mandargli una missiva in cui gli conferma di essere rientrata, altrimenti lui considera non lo abbia fatto. GIUSTO

Esempio: Dirri'tuz compra Gaia. Le ordina di non uscire di casa senza di lui anche se off game sa che Gaia gioca tutti i giorni pomeriggio e sera e lui solo una sera sì ed una no. SBAGLIATO

Per questi esempi, trattandosi di situazioni in cui l'off agisce fortemente sull'on si è scelto di usare i termini giusto e sbagliato anzichè nella norma e non nella norma

Inoltre è obbligatorio che il padrone indichi ad un Master le "note schiavo" da inserire nelle note master del pg schiavo, contenente tutte le concessioni ed i vincoli previsti dal suo status in modo siano visibili e chiare ad ogni master.


19 Note finali
La guida tratta solo che possono essere le più comuni e tipiche situaizoni di gioco e interazioni tra classi sociali. L'enorme numero di possibilità diverse di interazione che posson generarsi renderebbe improponibile trattare una pe runa in anticipo le situaizoni che potrebbero generarsi.

In caso di situaizone controversa o dubbia, si prega di contattare lo staff attraverso lo strumenti missiva al master generico fornendo i dettagli e le eventuali date delle giocate per dare modo allo staff stesso di consultarsi e pronunciarsi sulla questione entrao un tempo ragionevole.



Autore
Giocatori vari che lo staff ringrazia

Ultima Revisione: 1.02 del 25/03/2014

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